domenica 15 luglio 2012

Lettera aperta al ministro Riccardi

Quello che il Ministro Riccardi ha detto al "Corriere della Sera", che lo ha pubblicato oggi con ampio risalto, è una grave falsità che esige una smentita. Egli avrebbe affermato:
"E il Nord del Mali è ormai un Paese islamico a guida Aqmi (Al Qaeda Maghreb islamico) che, saldatisi agli indipendentisti tuareg, rischia di essere il nuovo Afghanistan".
Tralasciando gli appunti sulla sintassi, bisogna dire che:

1) Il Nord del Mali (Azawad) non è "a guida Aqmi". Esso è stato liberato dal Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad, che ha costituito un governo provvisorio (CTEA "Conseil transitoire de l'Etat de l'Azawad"), di cui non fa parte alcun rappresentante di Aqmi, e che dalla sua costituzione non fa che battersi, anche con scontri armati, contro i terroristi islamici presenti sul territorio dell'Azawad;

2) È vero che nell'Azawad sono ancora presenti diversi movimenti terroristici, particolarmente attivi soprattutto in alcuni centri come Timbuctù, ma la loro presenza è ben anteriore alla rivolta dei tuareg ed è stato il governo del Mali, con il suo altissimo tasso di corruzione, che ha permesso un radicamento sul territorio di forze che, col pretesto della religione, compiono ogni genere di traffico illecito, dalla droga alle armi agli esseri umani. E uno degli scopi dell'indipendenza dei tuareg è proprio quello di assumere il controllo di un territorio che il Mali, che oggi piange la propria "integrità territoriale", aveva sempre considerato una sorta di colonia, estranea al paese e utilizzabile nelle maniere più inconfessabili, rendendolo insicuro in primo luogo per le popolazioni stesse;

3) I gruppi terroristici contro cui il MNLA si batte, con poche risorse e senza alcun sostegno esterno, son ben finanziati ed armati, non solo da centrali terroristiche ma anche da stati che hanno interesse a mantenere l'instabilità nella regione. In particolare, la comunità internazionale dovrebbe tenere sotto osservazione il ruolo del Qatar, che in Italia acquisisce la casa di moda di Valentino, ma all'estero è pronto a finanziare qualunque avventura condotta in nome di un islam salafita.

Insomma: i tuareg non sono estremisti islamici. Nella loro tradizione sono gli uomini che si velano, e non le donne. L'intera popolazione rigetta l'islam salafita di Aqmi, Mujao e Ansar Dine. Quando queste forze hanno tentato di imporre la loro "sharia", la popolazione è insorta, e in particolare le donne hanno animato numerose manifestazioni di protesta. Oggi è in corso una vera e propria guerra tra terroristi e MNLA. Accusare questo movimento, dichiaratamente laico e di ispirazione democratica, di essere "saldato" ad Aqmi non è solo una falsità ma è anche una mossa che indebolisce, anziché rafforzare, il fronte antiterrorista.

Spero che queste parole siano dovute a cattiva informazione e non a una deliberata volontà di nuocere alla lotta del popolo tuareg contro gli estremisti islamici. La invito quindi, caro ministro, a prestare attenzione non solo a ciò che dice la stampa italiana, spesso superficiale e pressapochista, ma anche a ciò che dice e ciò che fa il MNLA, in particolare sui siti http://mnlamov.net/ e http://toumastpress.com/.

Dopodiché, mi attendo una smentita o una precisazione.

Cordiali saluti.
Vermondo Brugnatelli

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