giovedì 19 luglio 2012

A proposito della liberazione di Rossella Urru

[Lettera aperta al Corriere della Sera]
Scrivo a proposito dell'articolo sulla liberazione di Rossella Urru apparso oggi sul "Corriere".

Sono sempre più indignato dalla vera e propria campagna di diffamazione che la stampa italiana, il "Corriere" in testa, sta da tempo portando avanti contro la ribellione dell'Azawad con lo scopo di delegittimarla, accostandola in modo improprio al terrorismo islamico che infesta la regione.

Dicendo  "il denaro viene quindi trasferito all'emiro Abdul Hakim a Gao, nel nord del Mali, nell'Azawad, quel territorio in cui i radicali islamici di Aqmi, tuareg e non solo, pochi mesi fa, hanno proclamato l'indipendenza" si scrivono gravi e pesanti inesattezze:

  1. Non è stata Aqmi (Al Qaida nel Maghreb Islamico) a proclamare l'indipendenza dell'Azawad, bensì il MNLA (Movimento Nazionale di Liberazione dell'Azawad), movimento laico che difende i diritti delle popolazioni dell'Azawad e che nulla ha in comune con al-Qaida, la quale invece non ha il minimo interesse ad una secessione delle regioni nord del Mali e si batte per l'instaurazione della Sharia in tutto il Mali.
  2. Ogni accostamento tra il MNLA e gli estremisti islamici è assolutamente arbitrario e diffamatorio. Il MNLA è in lotta aperta con al Qaida e gli altri gruppi fondamentalisti, che sono presenti nel nord del Mali da ben prima della rivolta dei tuareg, e che dal MNLA vengono oggi combattuti con una determinazione molto maggiore di quella mostrata dallo stato del Mali. A titolo di esempio, negli scontri dei giorni scorsi il MNLA è riuscito ad eliminare il capo di Aqmi, Mokhtar Ben Mokhtar, che da anni scorrazzava indisturbato per tutto il paese. Una notizia che il "Corriere" e gli altri giornali italiani si sono guardati bene dal pubblicare.
Va inoltre detto che, a quanto si sa, l' "emiro" Abdul Hakim sarebbe uno dei capi non di Aqmi ma del MUJAO (Movimento per l'Unitarismo e il Jihad in Africa Occidentale), il movimento responsabile del rapimento di Rossella Urru. Benché gli obiettivi di fondo siano comuni, le due organizzazioni sono distinte.

Riguardo al tono complessivo dell'articolo, rilevo che è assolutamente improprio accostare il rapimento di Rossella Urru, avvenuto il 23 ottobre scorso in Algeria, ad un movimento di liberazione nazionale che ha cominciato ad agire nel gennaio di quest'anno. Basterebbe riflettere su questa "sfasatura" spazio-temporale per capire quanto poco abbiano in comune movimento di liberazione dell'Azawad e  terroristi islamici.

Gettare fango sui tuareg, che da 50 anni subiscono ogni vessazione, e da ultimo l'invasione del loro territorio da parte di forze estranee, con l'appoggio tacito se non addirittura il sostegno diretto di governi ad essi ostili, non solo è ingeneroso ma finisce anche per fare il gioco dei terroristi islamici, indebolendo l'immagine dell'unica forza che, nella regione, abbia il coraggio e la risolutezza di opporsi ad essi.

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