venerdì 28 settembre 2012

Toponimi altoatesini e bilinguismo

Ennesima lettera al Corriere:

Leggo sul "Corriere" di oggi [20 settembre] che il ministro Giarda avrebbe intenzione di "vagliare attentamente" la nuova legge provinciale sulla toponomastica in Südtirol-Alto Adige, "facendo capire che non potrà sottrarsi a quel principio di bilinguismo sancito dalla Costituzione". Devo segnalare che chiamare in causa il bilinguismo nel caso dei nomi propri è assolutamente fuori luogo.
Il bilinguismo riguarda i sistemi linguistici, grammatica e lessico comune, ma esclude, in linea di principio, i nomi propri. Tant'è che i cognomi dei cittadini dell'Alto Adige non vengono mai "tradotti". Il presidente della provincia di Bolzano si chiama Durnwalder e basta: perché la località di Durnwald dovrebbe chiamarsi anche Durna in Selve? Nessun italiano si sente "sminuito" da un nome tedesco quando beve una Forst. Perché la frazione di Forst-Foresta, dove la birra viene prodotta, deve avere due nomi?

Per fare chiarezza sui principi da applicare in ambito toponomastico, sarà utile sapere che di questi problemi si sta facendo carico un organismo accademico: il Gruppo di Studio sulle Politiche Linguistiche, che opera all'interno della SLI (Società di Linguistica Italiana), ha dedicato al tema un convegno qualche mese fa, e prevede prossimamente di tenerne un altro, più operativo, con lo scopo di creare un osservatorio nazionale sulla toponomastica (ONTOP) destinato a porsi come referente scientifico delle amministrazioni sui temi della toponomastica. Se ne parlerà nei prossimi giorni all'assemblea annuale della SLI a Siena. Mi auguro che politici e "tecnici" vorranno tenerne conto.

Cordiali saluti.
V.B.

[dopo diverse settimane la lettera è stata pubblicata il 15 ottobre 2012 ]

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