venerdì 20 marzo 2020

Due Europe: l’Europa degli Stati e quella dei suoi cittadini

Chiuso nella sua ottica nazionalistica, il "Corriere della Sera" insiste nell'ignorare il dibattito in corso sulle modifiche ai Trattati necessarie per creare finalmente un’Europa federale e sovrana.
Io non mi arrendo e non mi trattengo tutte le volte che capita un’occasione di scrivere al direttore per invitarlo a qualche riflessione. L’ultima corrispondenza è del 16 marzo. Come la mail di qualche settimana prima, non ha ricevuto alcuna risposta, né pubblica né privata. Per questo la pubblico qui, casomai potesse interessare a qualche sperduto navigatore nel web.

Milano, 16 marzo 2020
Nella situazione di emergenza che l'intero continente sta attraversando, gli interventi antitetici di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione dell'Unione Europea, e di Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, rappresentano nel modo più evidente le contraddizioni dell'Europa politica attuale. La solidarietà di un'Unione che si scontra contro la grettezza dei singoli governi nazionali.

La Commissione Europea potrebbe essere, in embrione, la prefigurazione di un governo europeo, espressione delle maggioranze che escono da elezioni su scala continentale, come quelle dell'attuale Parlamento Europeo.

La BCE invece, è rigidamente controllata dal cosiddetto "consiglio europeo", cioè una conferenza internazionale permanente tra capi di stato e di governo, gelosi ciascuno della propria sovranità e dei propri interessi particolari. 

C'è grande bisogno di Europa, oggi. Per limitarci all'emergenza virus, basti pensare all'appello che la ricercatrice Ilaria Capua rivolge a "mamma Europa" perché armonizzi i protocolli relativi alla pandemia in corso. Ma, come ricorda Giuliano Pisapia sullo stesso numero odierno del "Corriere", i governi nazionali, che invocano l'Europa e se la prendono per tutto ciò che essa non fa, sono i primi a bloccare ogni tentativo di farla funzionare in modo efficiente e democratico. Bisogna cambiare tutto. Lasciare ai singoli governi le competenze necessarie sui rispettivi territori, ma trasferire a un governo europeo espresso da elezioni europee poche ma efficaci competenze negli ambiti che richiedono che l'Europa si esprima con una voce sola.

Da più di un anno, ormai, è sul tappeto la proposta di una "Conferenza sul futuro dell’Europa" che potrebbe finalmente consentire una riforma dei Trattati in senso federale.  Ma mi sembra che il Corriere contribuisca alla disinformazione perché continua a tacere ostinatamente dell'esistenza stessa di questa proposta, mentre potrebbe essere un'efficace tribuna per dibatterne i contenuti.

Cordiali saluti.

Vermondo Brugnatelli

venerdì 6 marzo 2020

Parliamo di Europa!

[lettera -cestinata- al "Corriere della Sera" - 3/3/2020]

L'articolo odierno di Francesco Daveri dal titolo "La debolezza dell'Europa? Le divisioni tra i governi" sfiora ma non riesce a centrare il nocciolo del problema. Egli sembra credere che appellarsi alla buona volontà possa avere un peso nei rapporti tra stati indipendenti e sovrani, e si augura un "colpo di reni" da parte dell' "Europa politica dei governi". Ma ciò è assolutamente illusorio. L'Europa dei governi non è che una conferenza internazionale permanente, in cui, al di là di qualche cortesia di facciata, contano soprattutto i rapporti di forza tra Stati, e nessuno si fa carico dell'interesse generale
 
È inutile girare intorno al problema: le mille sfide del giorno d'oggi, dall'economia alla sicurezza alla sanità rendono sempre più indispensabile la creazione di un'autorità unica e democratica per il continente. Ci vuole un salto verso l'Europa federale. Molti, troppi lettori del Corriere (e, temo, anche molti giornalisti) ignorano che è in vista un evento che potrebbe finalmente cambiare strutturalmente le basi politiche dell'Europa, con la creazione di una vera federazione. Si tratta della "Conferenza sul futuro dell’Europa" che si aprirà ai primi di maggio, e potrebbe consentire una riforma dei Trattati in senso federale. 
 
A mio avviso sarebbe opportuno che il Corriere trattasse in maniera approfondita questa iniziativa, la facesse conoscere, e desse spazio a pareri e dibattiti, perché si possa finalmente costruire un'Europa dei cittadini invece di un organismo ingombrante calato dall'alto. Così aderirebbe allo scopo conclamato di informare i lettori, e verrebbe incontro a quanti richiedono che in prima pagina non si parli solo di Coronavirus.

Cordiali saluti.
Vermondo Brugnatelli 

"To look for a continuation of harmony between a number of independent, unconnected sovereignties in the same neighborhood, would be to disregard the uniform course of human events, and to set at defiance the accumulated experience of ages".
"Sperare in una permanenza di armonia tra molti Stati indipendenti e slegati sarebbe trascurare il corso degli avvenimenti umani e andar contro l'esperienza accumulata dal tempo" (A. Hamilton, The Federalist)