domenica 25 novembre 2012

Intervista a Mossa Ag Attaher

Nel numero di novembre 2012 di Limes, dedicato in gran parte alla situazione del Mali e dell’Azawad, è presente, tra l’altro una mia intervista a Mossa Ag Attaher, portavoce del MNLA (Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad). È l’unica voce diretta di un protagonista degli eventi in mezzo a tanti commenti di “esperti” esterni. L’intervista era stata realizzata in margine all’incontro-dibattito I berberi del Sahara e la questione dell'Azawad tenuto a Milano alla Casa della Cultura il 15 giugno 2012. 

mercoledì 3 ottobre 2012

Un omaggio a Mirella Galletti

Ho appreso oggi, con sorpresa e dolore, che è da poco scomparsa Mirella Galletti, deceduta a Roma il 4 settembre.  L'avevo conosciuta qualche anno fa, quando insegnava, a contratto, presso la facoltà di Scienze della Formazione all'Università di Milano-Bicocca. Era una persona di rara competenza, e estremamente appassionata del mondo che costituiva il suo ambito di studio: quella vasta area tra Turchia, Siria, Iraq e Iran dove vivono, insieme a molte altre etnie, i Curdi. E lei dei Curdi sapeva tutto, si teneva informatissima, e partecipava con grande impegno e sensibilità alle vicende di questo popolo e di tutte le comunità della regione.

venerdì 28 settembre 2012

Toponimi altoatesini e bilinguismo

Ennesima lettera al Corriere:

Leggo sul "Corriere" di oggi [20 settembre] che il ministro Giarda avrebbe intenzione di "vagliare attentamente" la nuova legge provinciale sulla toponomastica in Südtirol-Alto Adige, "facendo capire che non potrà sottrarsi a quel principio di bilinguismo sancito dalla Costituzione". Devo segnalare che chiamare in causa il bilinguismo nel caso dei nomi propri è assolutamente fuori luogo.

sabato 1 settembre 2012

Cosa intendiamo per "rivoluzione"?

[Lettera aperta al Corriere della Sera a seguito dell'articolo di Sergio Romano dal titolo "Le rivoluzioni arabe meglio chiamarle rivolte" (1 settembre 2012)]

Caro Romano,
Ho l'impressione che lei abbia un'idea molto particolare di cosa sia una "rivoluzione". Nel suo articolo di oggi dedicato a questo tema, vedo che addita come esempi di "rivoluzione" un putsch militare (i "giovani ufficiali" di Nasser) e due movimenti ideologici (il partito panarabista Baath e il movimento a ispirazione religiosa della Fratellanza musulmana), ma non gli eventi del 2011 in alcuni paesi del Nordafrica.

giovedì 19 luglio 2012

A proposito della liberazione di Rossella Urru

[Lettera aperta al Corriere della Sera]
Scrivo a proposito dell'articolo sulla liberazione di Rossella Urru apparso oggi sul "Corriere".

Sono sempre più indignato dalla vera e propria campagna di diffamazione che la stampa italiana, il "Corriere" in testa, sta da tempo portando avanti contro la ribellione dell'Azawad con lo scopo di delegittimarla, accostandola in modo improprio al terrorismo islamico che infesta la regione.

Dicendo  "il denaro viene quindi trasferito all'emiro Abdul Hakim a Gao, nel nord del Mali, nell'Azawad, quel territorio in cui i radicali islamici di Aqmi, tuareg e non solo, pochi mesi fa, hanno proclamato l'indipendenza" si scrivono gravi e pesanti inesattezze:

domenica 15 luglio 2012

Lettera aperta al ministro Riccardi

Quello che il Ministro Riccardi ha detto al "Corriere della Sera", che lo ha pubblicato oggi con ampio risalto, è una grave falsità che esige una smentita. Egli avrebbe affermato:
"E il Nord del Mali è ormai un Paese islamico a guida Aqmi (Al Qaeda Maghreb islamico) che, saldatisi agli indipendentisti tuareg, rischia di essere il nuovo Afghanistan".
Tralasciando gli appunti sulla sintassi, bisogna dire che:

giovedì 28 giugno 2012

E alla fine gli islamisti scatenarono la guerra...

Tanto tuonò che piovve. Annunciata da mesi, ma sostanzialmente ignorata dalla comunità internazionale, più interessata a difendere l'indifendibile intangibilità delle frontiere coloniali che a sostenere le popolazioni africane, ieri, 27 giugno, ha avuto inizio la lotta degli islamisti -e dei loro alleati- contro il MNLA e la maggioranza della popolazione dell'Azawad.

mercoledì 13 giugno 2012

Verso una nuova guerra. E i pacifisti dove sono?

Nel silenzio assordante ed agghiacciante dei media di tutta Europa, stiamo assistendo in questi giorni ai preparativi di una nuova guerra. Una guerra in Africa. A chi importa? Guerra più, guerra meno, si sa che quel “martoriato continente" non può fare a meno di guerre, e non sarà questo nuovo conflitto a togliere i sonni agli Europei, che in questo momento hanno "ben altro" cui pensare, con tutti i guai dell'euro e delle loro banche, centrali e non.

domenica 8 aprile 2012

L'indipendenza dell'Azawad

Nonostante il silenzio e le notizie tendenziose fornite dalla stampa italiana, nei giorni scorsi si è prodotto un fatto storico: i tuareg del nord del Mali si sono armati ed hanno conquistato il controllo delle regioni in cui storicamente vivono, proclamando l'indipendenza del loro paese, l'Azawad.

lunedì 2 aprile 2012

Finalmente in libreria

Vermondo Brugnatelli

Libia inedita. Paralipomeni della Tirannomiomachia

Roma : L'asino d'oro edizioni, 2012 - € 12,00 
Language: Italian (ISBN: 978-88-6443-077-5; ISBN ePub: 978-88-6443-084-3; ISBN pdf: 978-88-6443-085-0) 

SUNTO ITALIANO: Cosa fareste se veniste a sapere che un vostro amico è stato rapito da un governo dittatoriale e si trova in un carcere segreto dove viene torturato? L’autore del libro, trovatosi improvvisamente in questa situazione, ha cercato in tutti i modi di saperne di più, finendo per seguire da vicino tutti gli eventi della rivoluzione libica mentre i media italiani, sia di destra che di sinistra, trattavano con molte lacune e reticenze questa guerra in cui anche l'Italia è stata coinvolta. Chi avesse curiosità inappagate sul conflitto libico troverà in questo volume molte cose che sono state taciute (paralipomeni), dalle premesse alla guerra civile e alla fine del regime di Gheddafi, che definiva “ratti” i suoi avversari: di qui il termine Tirannomiomachia. Gran parte delle informazioni provengono da twitter, da cui è stato ricavato, in appendice, il Manuale del dittatore arabo alle prese con una rivoluzione.

ENGLISH ABSTRACT: What would you do if you came to know that a friend of yours has been kidnapped by a dictatorial government and is located in a secret prison where he is being tortured? The author of this book, suddenly plunged in a similar situation, tried hard to get more information about what was happening. He thus had the opportunity to closely witness all the events of the Libyan revolution, while the Italian media, both right- and left-wing, covered with many gaps and reticence this war in which Italy was involved too. Those who still have unsatisfied curiosity about the Libyan conflict will find here many things that have been silenced (Paralipomena), from the prelude up to the civil war and to the end of Gaddafi's regime, the tyrant who called his opponents "rats": hence the term Tirannomiomachia (Tyrannomyomachy). Much of the information comes from twitter, where also originated the "Handbook of the Arab Tyrant facing a revolution", reproduced as an appendix.

martedì 20 marzo 2012

Miraggi libici

La rubrica delle "lettere al Corriere" di oggi (20 marzo) è l'apoteosi del pressapochismo disinformato, supponente e etnocentrico con cui tanti giornali italiani hanno fino ad oggi trattato la Libia e la sua rivoluzione.
     Scrive preoccupato un lettore che prima della primavera araba in Egitto e Libia "regnavano, se non altro, ordine, sicurezza e anche un certo progresso economico" mentre adesso "imperversano guerriglia e massacri tra bande opposte" che impediscono di pervenire "a una democrazia irraggiungibile" il che gli fa prevedere che si produrranno "dittature religiose o militari ben più spietate e feroci di quelle di Mubarak e Gheddafi". E si domanda: "valeva la pena di fare ciò che è stato fatto in Libia?"

sabato 17 marzo 2012

Non c'è solo l'inglese a questo mondo!

Oggi il più diffuso quotidiano italiano ospita un articolo che riporta alcune rivelazioni del Washington Post sulle carte ritrovate nel covo di Bin Laden. Tra le altre cose, veniamo a sapere che il capo di Al Qaeda meditava una nuova denominazione della sua organizzazione, e che tra i vari nomi "il preferito è 'Taifat al Tawhid wal Jihad' (Monoteismo e gruppo della Jihad)".
     Curiosa un'organizzazione con un nome così: due entità appaiate, da una parte il monoteismo e dall'altra un gruppo per il Jihad. I lettori penseranno a un'ennesima espressione bizzarra di un mondo per noi poco comprensibile. In realtà la traduzione italiana è semplicemente sbagliata.

lunedì 27 febbraio 2012

Desaparecidos? Assenteisti! - Lo scandalo SIRTI

Pubblico qui l'ennesima lettera inviata ai quotidiani italiani e da essi cestinata. C'era di mezzo la Sirti, che deve essere un potere così forte che nessuno se la sente di disturbarla.

24 febbraio 2012

Non stupisce la sentenza con cui la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l'Italia per i suoi atteggiamenti nei confronti dei prigionieri libici, ricacciati tra le braccia di Gheddafi pur sapendo che andavano incontro a un destino tremendo. Storia vecchia, si dirà, ma la politica italiana nei confronti della Libia non è mutata: sempre solo petrolio e affari, senza alcun interesse per i diritti umani.

Una clamorosa conferma è data dall'atteggiamento scandaloso della SIRTI, colosso italiano delle telecomunicazioni che in Libia agisce con la SIRT, joint-venture fondata con la LPTIC di Mohammad Ghaddafi. Essa ha infatti licenziato senza spiegazioni un suo dipendente, Madghis Buzakhar, che era stato arrestato da Gheddafi negli ultimi tempi del suo regno ed era rimasto per tre mesi in un carcere segreto, riuscendo ad evadere solo nei primi giorni della rivoluzione. Sembra di capire che alla SIRTI (che a suo tempo non aveva mosso un dito per interessarsi della sorte del suo dipendente) i "desaparecidos" vadano considerati alla stregua di "assenteisti"!

Non ho parole. Con una mentalità così, come si può pensare di "cambiare rotta" nei confronti dei paesi del nuovo Nordafrica, che mai come in questo momento avrebbero bisogno di aiuto e comprensione? Non stupiamoci poi se, dopo le speranze di apertura al mondo libero, dovesse prevalere un ripiegamento su se stessi e un ridimensionamento di tali aspettative...

Cordiali saluti.