martedì 20 marzo 2012

Miraggi libici

La rubrica delle "lettere al Corriere" di oggi (20 marzo) è l'apoteosi del pressapochismo disinformato, supponente e etnocentrico con cui tanti giornali italiani hanno fino ad oggi trattato la Libia e la sua rivoluzione.
     Scrive preoccupato un lettore che prima della primavera araba in Egitto e Libia "regnavano, se non altro, ordine, sicurezza e anche un certo progresso economico" mentre adesso "imperversano guerriglia e massacri tra bande opposte" che impediscono di pervenire "a una democrazia irraggiungibile" il che gli fa prevedere che si produrranno "dittature religiose o militari ben più spietate e feroci di quelle di Mubarak e Gheddafi". E si domanda: "valeva la pena di fare ciò che è stato fatto in Libia?"

sabato 17 marzo 2012

Non c'è solo l'inglese a questo mondo!

Oggi il più diffuso quotidiano italiano ospita un articolo che riporta alcune rivelazioni del Washington Post sulle carte ritrovate nel covo di Bin Laden. Tra le altre cose, veniamo a sapere che il capo di Al Qaeda meditava una nuova denominazione della sua organizzazione, e che tra i vari nomi "il preferito è 'Taifat al Tawhid wal Jihad' (Monoteismo e gruppo della Jihad)".
     Curiosa un'organizzazione con un nome così: due entità appaiate, da una parte il monoteismo e dall'altra un gruppo per il Jihad. I lettori penseranno a un'ennesima espressione bizzarra di un mondo per noi poco comprensibile. In realtà la traduzione italiana è semplicemente sbagliata.