L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sta scatenando in
questi giorni valanghe di commenti con le proposte più disparate sul da
fare da parte di noi europei dopo questo "divorzio".
Invece di
inveire contro la superficialità britannica, è necessario rendersi conto
che un grosso problema è giunto al pettine: quello della democrazia
europea. Quanti inglesi, ma anche quanti francesi o italiani o greci si
sentono "democraticamente rappresentati" dalle istituzioni europee? È
sotto gli occhi di tutti una reale perdita di "sovranità": su molte
questioni importanti per la vita di ognuno le decisioni vengono prese da
organi lontani, in seguito a "vertici" tra rappresentanti di stati
sovrani, in cui nonostante tutte i sorrisi di facciata, vale solo la
legge del più forte contro il più debole. La sola soluzione è quella di
trasferire tutte (e solo) le competenze europee a organismi veramente
democratici: un governo che sia espressione di tutti i cittadini
europei, eletto sulla base di programmi europei, che devono puntare al
bene di tutti i cittadini, e che vada per questo a richiedere voti in
tutti gli angoli del continente. La signora Merkel non è stata eletta da
noi, è stata eletta dai tedeschi e fa solo gli interessi dei cittadini
tedeschi. Se si creasse un governo federale europeo o lei o qualunque
altro politico che volesse dirigere la federazione dovrebbe farsi
eleggere sulla base di un programma europeo che abbia il consenso della
maggioranza dei cittadini, non solo il consenso dei cittadini di questo o
quel paese. Solo allora i cittadini recupererebbero la loro sovranità
eleggendo chi li governa.
La sfida è chiara ma purtroppo le
forze politiche nazionali cercano di nasconderla buttandola in slogan
pro o contro "l'Europa", senza specificare a quale Europa si
riferiscono. Per parte mia, io dico NO a quest'Europa dei tecnocrati
nominati da vertici di capi di governo, ma dico SÌ all'Europa federale
che da troppo tempo attende di nascere. Oggi non c'è più l' "alibi"
degli inglesi che ci frenano. Se non si avanza in questa direzione sarà
solo per la pusillanimità dei politici europei.
Boh! Non posso dire di avere le idee chiare al proposito.
RispondiEliminaMa un paio di sensazioni voglio proporle:
Io tutta questa perdita di sovranità non la capisco, mi pare che la sovranità del popolo sia da sempre un'ipocrisia di comodo e comincio a pensare che ammettere che comandano i potenti in perenne lotta fra loro per assicurarsi le poltrone giuste sarebbe un passo avanti. Mi pare che non si possa stabilire cosa fare per migliorare se non si ha una chiara idea di come siamo messi,
La Brexit è stata una lezione ai potenti che si sono irragionevolmente arricchiti e pretendono che i cittadini dicano "Bene, bravi!" con una faccia tosta veramente sfrontata, tanto che si sono presi una sdentata, ma state certi che troveranno il modo di affossarla. E' lo stesso meccanismo per cui molti operai, piuttosto che astenersi, come fa ormai la maggioranza degli elettori, votano per la Lega o per altri solo per rabbia, per dire no!
Abbiamo un solo sistema produttivo che "funziona", si chiama capitalismo, le alternative si sono rivelate fallimentari. In attesa di capire se "un altro mondo è possibile" possiamo sbatterci per cercare di raccattare qualche miglioramento qua e là (sull'ambiente, sulla sicurezza, sulla pari dignità e simili).
Penso che, dal punto vista delle persone, ogni frontiera sia solo un danno (una protezione dei potenti locali), ci serve un governo mondiale, con regole e diritti per tutta l'umanità, altrimenti la "globalizzazione" va a totale vantaggio delle imprese multinazionali che sfruttano le diversità presenti in giro per il mondo, mentre le persone devono stare fermi ai limiti dello stato in cui vivono (senza peraltro nemmeno avere, di solito, la possibilità di sceglierlo).