sabato 18 gennaio 2014

Respingimenti accademici - Come scoprii di non essere un linguista

Ebbene sì, anch'io sono uno dei "trombati". La commissione per l'idoneità di I fascia del settore 10/G1 (Glottologia e linguistica) "all’unanimità dichiara che il candidato Vermondo Brugnatelli non è in possesso del profilo scientifico specificamente richiesto per un’abilitazione alla I fascia nel settore concorsuale 10/G1. "

Avessero deciso che i miei lavori sono delle schifezze, avrei potuto non essere d'accordo, ma si sarebbe trattato di una questione in cui i commissari hanno i loro margini di discrezionalità. Quello che mi brucia -e di cui ancora non mi capacito- è che tutti i miei lavori linguistici -che trattano di morfologia nominale, forme verbali, negazioni, descrizioni di lingue e dialetti, linguistica storica, sociolinguistica- non sono stati considerati "linguistici". La commissione mi riempie di elogi e mi fa capire che secondo loro il candidato in questione è sicuramente degno dell'abilitazione... per un altro settore. Secondo questi signori, che evidentemente non sanno riconoscere un articolo di linguistica quando ne hanno uno sotto gli occhi, ma a quanto pare sono degli esperti di culture del Vicino Oriente e dell'Africa, la maggior parte dei miei contributi "non è coerente con il settore concorsuale 10/G1, ma rientra specificamente nel settore disciplinare di incardinamento (L-OR/09, Lingue e letterature dell'Africa) e nel più ampio settore concorsuale 10/N1 - Culture del Vicino Oriente Antico, del Medio Oriente e dell’Africa". E sulla base di questo assunto, i miei lavori non me li hanno nemmeno guardati: "Ci si astiene, comunque, da una valutazione nel merito degli articoli, che esulano dalle competenze della commissione."!
Cosa attiene al settore concorsuale 10/G1?
Per completezza di informazione, ricopio qui la "declaratoria" del settore:
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10/G1: GLOTTOLOGIA E LINGUISTICA
Il settore si interessa all’attività scientifica e didattico-formativa nel campo degli studi teorici e tipologici sul linguaggio, la storia del pensiero linguistico e gli studi di linguistica storica, con riferimento alle teorie, alle modalità e ai problemi del mutamento e alle metodologie della comparazione e della ricostruzione.
Comprende inoltre lo studio delle relazioni tra lingue e società: oltre alle tematiche sociolinguistiche ed etnolinguistiche, variazione linguistica, plurilinguismo e contatto linguistico, status delle lingue e politica linguistica. Include, nell'ambito delle metodologie applicative del linguaggio, lo studio degli aspetti fono-acustici, morfosintattici, pragmatici, semantici e lessicografici, anche con applicazioni descrittive a lingue e dialetti, nonché la ricerca sugli aspetti acquisizionali, cognitivi, psicolinguistici e delle patologie linguistiche.
Comprende gli studi inerenti alle interazioni tra linguistica e informatica, ivi comprese le metodologie della formazione a distanza e le problematiche dell'educazione linguistica.
Comprende altresì: lo studio delle lingue di ambito baltico e della relativa filologia; gli studi della lingua albanese o dei dialetti albanesi parlati al di fuori dell’Albania e segnatamente in Italia, e sui relativi autori; gli studi delle lingue del ceppo ugro-finnico con particolare riferimento all’estone, al finlandese e all’ungherese e dei relativi autori. Comprende gli studi relativi all’insegnamento linguistico tanto della lingua madre quanto di altre lingue parlate, con specifica attenzione agli aspetti teorici, anche relativamente al problema della traduzione, ed alle lingue speciali e con particolare riferimento alla didattica delle lingue straniere moderne e alle tecniche didattiche di trasmissione delle conoscenze linguistiche. Comprende inoltre gli studi finalizzati alla pratica e alla riflessione sull’attività traduttiva, scritta e orale, nelle sue molteplici articolazioni non letteraria, generica e specialistica e nelle applicazioni multimediali (fra cui la traduzione e interpretazione di cui all’art.1 della L.478/84).

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Ora, tra i miei lavori sono ben pochi quelli che non siano
A) "studi di linguistica storica", attenti alle "modalità e ai problemi del mutamento e alle metodologie della comparazione e della ricostruzione";
B) rivolti allo "studio degli aspetti fono-acustici, morfosintattici, pragmatici, semantici e lessicografici, anche con applicazioni descrittive a lingue e dialetti"
C) riguardanti "lo studio delle relazioni tra lingue e società: oltre alle tematiche sociolinguistiche ed etnolinguistiche, variazione linguistica, plurilinguismo e contatto linguistico, status delle lingue e politica linguistica".
Nella declaratoria non si dice da nessuna parte che il fatto di svolgere questo tipo di studi prevalentemente riguardo ad un determinato ambito geografico sia qualcosa che esclude ipso facto chi vi si dedica dall'afferenza al settore.

Senza contare, poi, che il settore dovrebbe interessarsi non solo "all’attività scientifica" ma anche a quella "didattico-formativa", e se proprio si volesse essere formali riguardo all' "afferenza", penso che essere stato titolare per 18 anni di insegnamenti di Glottologia e/o Linguistica nelle università di Bergamo (8 anni), Udine (5 anni) e Bicocca (5 anni) uno straccio di coerenza col settore lo dovrebbe dimostrare.

Quello che è chiaro, riguardo a questo settore, è che i commissari hanno optato -per tutti i candidati, non solo per me- per una "potatura" radicale escludendo tutti coloro che potessero sperare in un'abilitazione su altri settori. Oltre a me, vedo altri colleghi africanisti esclusi per lo stesso motivo (uno ha composto da solo un "atlante linguistico" che è un modello nel genere, ma anche questo è stato considerato "non linguistico" perché afferente al Nordafrica), ma non solo: anche se non sono stato a guardare tutti i giudizi degli esclusi, mi è capitata sott'occhio, per esempio, una candidata con ottimi titoli, però in area germanica e per questo "respinta" al settore specifico di germanistica.

Questo vale per il settore di linguistica, ma colleghi di altre discipline mi dicono che anche da loro è andata così: i settori di ambito più generale hanno perlopiù "respinto" ai settori specifici gli "specialisti", con numerose bocciature "eccellenti". Il perché non si sa. Voci ricorrenti già prima delle uscite dei giudizi riferivano di un certo panico nei piani alti del ministero per il timore di una massiccia creazione di idonei con relative aspettative di "promozione". E la percentuale di esclusi, abbastanza omogenea per tutti i settori (si parla del  del 60%), sembrerebbe coerente con l'ipotesi di un "coordinamento" dall'alto. A pensar male si fa peccato...

Adesso aspetto con ansia che esca il giudizio del settore 10/N1: con questo andazzo non mi meraviglierei se qui mi dicessero: "ma caro Brugnatelli, lei è un linguista, non un orientalista: vada a farsi abilitare nel settore 10/G1!"

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