domenica 24 novembre 2019

L’Ilva e l’Europa

Nella complessa questione dell’acciaieria di Taranto, al di là dei toni e delle scelte dei politici (chiusura sì, chiusura no), quello che nessuno osa dire apertamente è che su questa materia lo Stato italiano non ha alcuna forza contrattuale, e non può prendere decisioni realmente incisive e imporne il rispetto.
Abbiamo presente le dimensioni della multinazionale Arcelor-Mittal? Ha un fatturato di 76 miliardi di dollari, cioè circa 69 miliardi di euro, che è il triplo dei 23 miliardi che la manovra del governo sta cercando faticosamente di raggranellare. Il triplo!
Possiamo fare la voce grossa quanto vogliamo, mettere o togliere scudi, ma una società a fine di lucro ramificata in ogni angolo della terra seguirà le strategie a livello mondiale che meglio garantiranno il suo interesse, prima di ogni considerazione in merito a occupazione, inquinamento, o altro.
E ha tutto il potere di farlo. Anche un’azione legale che imponesse multe colossali le farebbe solo il solletico.
Quando l’economia mondiale ha queste dimensioni, è impossibile pensare di governarla agendo solo su scala nazionale. L’unica autorità che potrebbe affrontare seriamente le questioni della siderurgia, in Italia e in Europa, sarebbe un ministro dell’industria europeo. Ma un ministro vero, con un mandato politico chiaro espresso da un’elezione europea, non un commissario-burocrate messo lì da governi nazionali ciascuno dei quali pensa innanzitutto ai propri elettori e non al bene comune europeo. Insomma, ci vuole un governo europeo, una federazione europea. È in Europa che si può trovare la soluzione a questo e a mille altri problemi (la lista è lunga), ma una sovranità europea è ancora da creare, ed ogni progetto politico che voglia definirsi serio deve avere ormai come obiettivo centrale la nascita di una federazione europea.
Chi non agisce in quest’ottica e continua a illudersi di trovare soluzioni nel ristretto orticello nazionale condanna il nostro paese ad un’esistenza ai margini dell'economia mondiale e priva di una vera sovranità.
Purtroppo, al momento tra tutti i partiti e movimenti operanti in Italia non se ne vede uno che abbia aperto gli occhi e operi in questa prospettiva. Tutti intenti a litigare rinfacciandosi a vicenda incompetenza e/o malaffare, ma nessuno che denunci l’oggettiva inadeguatezza degli stati nazionali. Finché continua così, superpotenze e multinazionali si sfregano le mani...

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